L’idea a 16 anni di rivedersi nel futuro con la speranza di realizzarla. Le tappe espresse sono reali nei tempi e nei contenuti ma il personaggio troppo santo per essere vero: Ero sicuramente bravo e buono. Studioso quanto basta. Furbo per racimolare qualche buon voto specie in geografia astronomica e metrica latina. “Il percorso è a cavallo del Concilio Ecumenico Vaticano II” e se ne sente subito la diversità con quello odierno. Disciplina rigidissima anche a quella tenera età. Vedo anch’io che traspare tanto di san Francesco. Ho cercato di non esagerare anche perché egli è molto più grande di quanto io possa esprimere. I vari episodi concreti sono inventati di sana pianta ma reali nel contenuto. “Quegli occhi visti e cercati” sono di un volto a quel tempo esistenti ma di lei non ho saputo né il nome, né il luogo, né la vita…“il nome della Rosa di U. Eco”. Nel racconto della morte ho pensato a San Francesco.
Bello leggere di un ragazzino che usava versi danteschi e così profondi. Essi racchiudono tutto l'universo: la gioia della nascita, l'aspettativa e la premura dei genitori, lo studio, i sacrifici, le rinunce, la bellezza del creato, la scelta del sacerdozio, l'amore per Dio e S.Francesco,ed infine...sorella morte. Il testo si fa leggere d'un fiato e lascia ammirazione e tanta tenerezza per la bellezza del creato e di un'anima che riesce a cogliere spicchi di purezza in tutto il creato e ...negli occhi di una ragazza. La delicatezza della contemplazione non sono rimasti ancorati a quei 16/19 anni ma, nei versi aggiunti, si sente che l'animo dell'autore è rimasto quello dell'adolescente di allora. Bravo e complimenti per un'opera così fresca e semplice nella sua profondità.